Mancati infortuni: il nuovo modello di rilevazione e segnalazione di INAIL

Facendo seguito al protocollo d’intesa fra INAIL e CONFIMI INDUSTRIA, con oggetto la realizzazione di progetti per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, INAIL ha diffuso un nuovo report con l’obiettivo di “Sensibilizzare e supportare operativamente le aziende alle attività di segnalazione e analisi dei mancati infortuni (near-miss)”.

 

Che cosa sono i near-misses?

I cosiddetti near-miss sono i mancati infortuni o quasi infortuni cioè eventi che non hanno causato lesioni o malattie ai lavoratori ma che avrebbero potuto farlo. In pratica, sono situazioni potenzialmente pericolose e che, solo per casualità, non si sono tradotte in incidenti.

Per questo, si definiscono anche “precursori di incidenti”; perché, opportunamente rilevati, sono indicatori oggettivi dello scarso livello di sicurezza di ambienti o processi di lavoro. Evidenziano, infatti, luoghi e momenti nei quali è probabile che si verifichino incidenti.

 

Perché attivare una procedura per i near-misses?

L’attivazione di procedure aziendali, sostenibili anche per le piccole e medie imprese, per la rilevazione e segnalazione dei near-misses costituisce un valido aiuto per la valutazione complessiva di tutti i fattori di rischi che intervengono nelle fasi produttive, oltre a rappresentare un importante motore di partecipazione per più figure aziendali, nell’ambito della prevenzione.

Il documento edito da INAIL, in questo contesto, ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione fra le Associazioni d’impresa e le aziende per l’applicazione di pratiche preventive di sempre maggiore efficacia.

 

Near-misses: un modello di rilevazione utile anche per le piccole imprese

Nell’ottica di sostenibilità per le piccole imprese, il documento riporta le attività realizzate durante lo sviluppo e la sperimentazione di un modello di rilevazione dei near-misses, in modo tale che possano essere sfruttate come standard, proprio dalle piccole imprese. Il modello sviluppato e le relative attività sono stati riferiti a settori in cui frequenza e gravità degli infortuni sono più elevate: costruzioni, metallurgia, chimico, ceramiche sanitarie e alimentare.

 

Near-misses: i contenuti del documento INAIL

Il report apre delineando un quadro storico e statistico degli infortuni nei vari settori di studio, procedendo poi ad un approfondimento sui fattori causali che stanno alla base del verificarsi dell’infortunio grave o mortale, attingendo dagli archivi informatici di INAIL e dal database Infor.Mo.

A dare ulteriore completezza al quadro di cui sopra, un capitolo è dedicato all’analisi dei fattori del contesto territoriale, con lo scopo di incanalare ed informare meglio le scelte organizzative delle imprese, anche in base alla loro collocazione geografica sul territorio nazionale. I dati in questo caso sono stati ricavati aggregando questionari posti direttamente ai referenti territoriali di CONFIMI INDUSTRIA.

Il quarto capitolo del report si analizza lo stato di attuazione dei sistemi di gestione dei near-misses, insieme alle relative esigenze di formazione e informazione, il tutto campionando aziende degli stessi territori analizzati nel capitolo precedente.

Nel quinto capitolo si delineano, sulla base di esperienze sperimentali sulle aziende, un modello tecnico-organizzativo e una istruzione operativa di sicurezza, votati alla rilevazione e all’analisi dei near-misses.

Il report chiude con considerazioni sugli sviluppi futuri imperniate sulla collaborazione da parte delle aziende nella sperimentazione del modello e dello strumento operativo proposti, con lo scopo di rafforzare e diffondere la cultura della prevenzione nelle imprese.

 

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AI e Sicurezza sul Lavoro: innovazioni e sviluppi

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha fatto passi da gigante in diversi settori, inclusa la sicurezza sul lavoro. L’adozione di tecnologie basate sull’AI sta trasformando il modo in cui le aziende affrontano la prevenzione degli infortuni, offrendo strumenti più precisi ed efficienti per proteggere i lavoratori. Questo articolo esplora le ultime innovazioni tecnologiche, con esempi concreti di come queste stanno contribuendo a creare ambienti di lavoro più sicuri.

 

L’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica che si occupa della creazione di sistemi in grado di svolgere compiti che richiederebbero intelligenza umana. Questi sistemi utilizzano algoritmi avanzati di machine learning, reti neurali e altri strumenti per analizzare dati complessi e prendere decisioni informate. Nel contesto della sicurezza sul lavoro, l’AI può analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare pattern e tendenze, e fornire previsioni e raccomandazioni per prevenire incidenti.

 

Le principali aree in cui l’AI sta avendo un impatto significativo sulla sicurezza sul lavoro includono:

 

Monitoraggio in tempo reale

Una delle applicazioni più promettenti dell’AI è il monitoraggio in tempo reale delle condizioni di lavoro. Sensori avanzati e sistemi di visione artificiale possono rilevare situazioni potenzialmente pericolose prima che si verifichino incidenti. Esempi concreti includono:

  • Sistema di monitoraggio che utilizza l’AI per analizzare il comportamento dei conducenti dei macchinari pesanti. Il sistema rileva segni di stanchezza o distrazione e invia avvisi immediati per prevenire incidenti.
  • Telecamere dotate di AI per monitorare le aree ad alto rischio, identificando automaticamente se i lavoratori indossano l’equipaggiamento di protezione individuale corretto.

 

Previsione degli infortuni

L’AI può analizzare enormi quantità di dati per identificare pattern che precedono gli infortuni. Attraverso l’apprendimento automatico (machine learning), i sistemi possono prevedere incidenti analizzando fattori come il tempo, le condizioni ambientali, i comportamenti passati dei lavoratori e le attività in corso. Esempi includono:

  • Piattaforma di AI che raccoglie dati dai sensori indossabili dei lavoratori per prevedere infortuni legati a movimenti ripetitivi e posture scorrette.
  • Sistema di analisi predittiva che valuta i dati storici degli incidenti e identifica i potenziali pericoli, permettendo alle aziende di adottare misure preventive mirate.

 

Formazione personalizzata

Le tecnologie basate sull’AI stanno rivoluzionando anche la formazione dei lavoratori. Simulazioni di realtà virtuale (VR) potenziate dall’AI offrono esperienze di formazione immersiva, permettendo ai lavoratori di affrontare situazioni pericolose in un ambiente controllato.

Ad esempio:

  • Simulazioni VR per addestrare i lavoratori nel settore petrolifero e del gas, preparando il personale a gestire emergenze come fuoriuscite di sostanze chimiche o incendi.
  • Formazione VR per insegnare ai dipendenti come gestire situazioni di rischio in negozio, come il sollevamento di carichi pesanti o la gestione di clienti aggressivi.

 

Manutenzione predittiva

L’AI è essenziale anche nella manutenzione predittiva delle attrezzature. Analizzando i dati dei sensori integrati nei macchinari, gli algoritmi di AI possono prevedere guasti e malfunzionamenti prima che si verifichino, riducendo così il rischio di incidenti legati a attrezzature difettose. Questo approccio non solo migliora la sicurezza, ma aumenta anche l’efficienza operativa.

Alcuni esempi sono:

  • Utilizzo dell’AI per monitorare le condizioni delle turbine eoliche, prevedendo i guasti e pianificando interventi di manutenzione preventiva.
  • Soluzioni di manutenzione predittiva per le linee di produzione, che utilizzano l’AI per analizzare i dati dei sensori e prevenire interruzioni non pianificate.

 

Comunicazione e risposta alle emergenze

In caso di emergenza, la velocità e l’accuratezza della comunicazione possono fare la differenza tra la vita e la morte. I sistemi di AI possono coordinare le risposte alle emergenze, fornendo istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e ai soccorritori.

Esempi includono:

  • Piattaforma di gestione delle emergenze che utilizza l’AI per coordinare le risposte a situazioni critiche in stadi e grandi eventi.
  • Soluzione di AI che invia automaticamente dati critici ai soccorritori, come la posizione esatta e le condizioni mediche dei lavoratori in difficoltà.

 

Il ruolo dell’AI nella valutazione dei rischi e nelle misure di prevenzione e protezione

L’AI offre un enorme potenziale per migliorare sia il processo di valutazione dei rischi che le misure di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.

Valutazione dei Rischi

Tradizionalmente, la valutazione dei rischi sul lavoro si basa su ispezioni periodiche, segnalazioni di incidenti e analisi manuali. L’AI può migliorare significativamente questo processo attraverso l’analisi continua dei dati. Sistemi basati sull’AI possono monitorare in tempo reale l’ambiente di lavoro, rilevando immediatamente le condizioni pericolose e potenziali rischi. Ad esempio, l’AI può analizzare i dati raccolti da sensori ambientali, telecamere di sorveglianza e dispositivi indossabili per identificare rapidamente situazioni che potrebbero portare a incidenti.

Misure di prevenzione e protezione

Una volta identificati i rischi, l’AI può contribuire a sviluppare e implementare misure preventive più efficaci. Ad esempio, i sistemi di AI possono prevedere guasti e malfunzionamenti delle attrezzature, consentendo interventi di manutenzione preventiva prima che si verifichino incidenti. Inoltre, l’AI può essere utilizzata per personalizzare i programmi di formazione dei lavoratori, adattandoli alle specifiche esigenze e rischi del singolo lavoratore, migliorando così l’efficacia della formazione.

Analisi predittiva e azioni preventive

L’AI può utilizzare algoritmi di machine learning per analizzare i dati storici degli incidenti e individuare tendenze e pattern. Queste informazioni possono essere utilizzate per sviluppare strategie di prevenzione più mirate. Ad esempio, se un’azienda nota che la maggior parte degli incidenti si verifica in determinate condizioni meteorologiche, può adottare misure specifiche per mitigare quei rischi.

Risposta alle emergenze

In situazioni di emergenza, l’AI può migliorare la rapidità e l’efficacia della risposta. Sistemi di comunicazione basati sull’AI possono fornire istruzioni chiare e in tempo reale ai lavoratori e coordinare le azioni dei soccorritori. Inoltre, l’AI può analizzare i dati in tempo reale per adattare le risposte alle emergenze in base alle circostanze specifiche, migliorando così le probabilità di successo delle operazioni di soccorso.

 

AI e Sicurezza sul Lavoro: una grande opportunità

L’AI rappresenta una svolta epocale nella prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, offrendo alle aziende strumenti avanzati per proteggere i propri dipendenti. La sua capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, identificare pattern e tendenze, e fornire previsioni e raccomandazioni per prevenire incidenti, la rende una risorsa inestimabile per migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Investire in soluzioni basate sull’AI non solo protegge i lavoratori, ma migliora anche l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni aziendali. Riducendo il numero di infortuni e malattie professionali, le aziende possono evitare costi aggiuntivi legati a ferie, assenze per malattia, indagini e sanzioni, migliorando così la loro competitività sul mercato.

Inoltre, l’integrazione dell’AI nella sicurezza sul lavoro apre la strada a nuove opportunità di innovazione e crescita. Le aziende che adottano queste tecnologie in anticipo possono acquisire un vantaggio competitivo significativo, migliorando la loro reputazione come datori di lavoro responsabili e attenti al benessere dei dipendenti.

Tuttavia, è importante ricordare che il successo dell’AI dipende dall’efficace integrazione con altre pratiche e procedure di sicurezza sul lavoro. È fondamentale che le aziende mantengano un approccio olistico alla sicurezza, combinando l’AI con formazione adeguata, supervisione attenta e cultura della sicurezza sul lavoro.

Infine, mentre l’AI offre enormi vantaggi in termini di prevenzione degli infortuni, è importante considerare anche le implicazioni etiche e sociali di queste tecnologie. È essenziale garantire che l’uso dell’AI nella sicurezza sul lavoro rispetti i diritti e la dignità dei lavoratori e che venga impiegato in modo responsabile e trasparente.

In conclusione, l’integrazione dell’AI nella sicurezza sul lavoro rappresenta una grande opportunità per migliorare la protezione dei lavoratori e aumentare l’efficienza aziendale. Con il giusto approccio e l’impegno per un utilizzo etico e responsabile, l’AI può contribuire in modo significativo a creare ambienti di lavoro più sicuri e salutari per tutti.

 

 

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti di salute e sicurezza sul lavoro allo 0573 308142 oppure chiedi al tuo consulente ISAQ Consulting di fiducia.

La nuova ISO/TS 17886:2024: Ingegneria per la sicurezza antincendio

Recentemente, è stata pubblicata dalla ISO la nuova edizione del documento tecnico ISO/TS 17886:2024, intitolato “Ingegneria per la sicurezza antincendio – Approccio alla progettazione delle prove di evacuazione”. Questo documento, disponibile in inglese o francese sul sito ufficiale dell’ISO, stabilisce un metodo standardizzato per la progettazione e l’esecuzione di prove di evacuazione efficaci.

 

Scopo e obiettivi del documento tecnico

Lo scopo principale della ISO/TS 17886:2024 è di uniformare le procedure di evacuazione negli edifici per garantire che siano riproducibili, confrontabili e affidabili. Gli obiettivi includono:

  • Applicazioni nel campo dell’ingegneria della sicurezza antincendio.
  • Comparazione delle prove di evacuazione eseguite in diverse giurisdizioni e condizioni.
  • Analisi e valutazione delle variabili critiche durante le evacuazioni.
  • Sviluppo di procedure di sicurezza e programmi di formazione.
  • Valutazione e miglioramento dei piani di evacuazione.
  • Riduzione dell’incertezza nei risultati ottenuti.
  • Verifica dell’efficacia delle misure preventive prima e dopo la progettazione degli edifici.
  • Miglioramento dei parametri utilizzati nei software di simulazione di evacuazione.
  • Confronto e validazione dei modelli di evacuazione, come specificato nella norma ISO 16730-1.

 

Aspetti da considerare nella progettazione delle prove di evacuazione

La progettazione di prove di evacuazione efficaci deve tener conto di vari elementi critici, delineati nella ISO/TS 17886:2024:

  • Configurazione degli spazi: Layout dell’edificio, inclusi corridoi, scale e uscite di emergenza.
  • Condizioni ambientali: Illuminazione, temperatura e altre variabili che influenzano l’evacuazione.
  • Caratteristiche degli occupanti: Numero, età, capacità fisiche e familiarità con il piano di evacuazione.
  • Segnali e allarmi: Efficienza e chiarezza dei sistemi di allarme e comunicazione.
  • Strumentazione e normative di sicurezza: Utilizzo di dispositivi di monitoraggio e conformità alle norme vigenti.

 

Utilità della ISO/TS 17886:2024

La ISO/TS 17886:2024 rappresenta uno strumento fondamentale per una vasta gamma di professionisti, tra cui architetti, ingegneri della sicurezza, progettisti urbani e esperti di gestione delle emergenze. Questi professionisti possono beneficiare delle dettagliate linee guida fornite dal documento per migliorare la sicurezza e l’efficacia delle prove di evacuazione nella loro pratica quotidiana.

 

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La bozza definitiva del Nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione

Il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza sta per completare il suo percorso di approvazione, avviato nel maggio 2022. Il Ministero del Lavoro ha reso disponibile la “bozza definitiva”, in attesa dell’approvazione finale durante la Conferenza Stato, Regioni e Province autonome e della sua pubblicazione ufficiale. Questo nuovo atto legislativo sostituirà e unificherà i vari Accordi attualmente in vigore, creando un “Accordo Quadro” o un “Testo unico degli Accordi Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza”.

 

Principali novità

  • La bozza prevede una revisione completa dei corsi di formazione obbligatori, aggiornandone contenuti e durata per renderli più efficaci e adatti alle specifiche esigenze dei diversi settori lavorativi.
  • Introduce una maggiore flessibilità nella formazione a distanza attraverso l’utilizzo di piattaforme e-learning, a patto che rispettino standard tecnici e di contenuto per garantirne la qualità.
  • Rafforza l’importanza dell’aggiornamento periodico dei lavoratori già formati, ridefinendo frequenza e contenuti per mantenere competenze al passo con le normative e le tecnologie in evoluzione.
  • Impone criteri più rigorosi per la qualificazione dei formatori, richiedendo esperienza professionale e didattica specifica oltre a continui aggiornamenti delle competenze.
  • Introduce nuove misure di monitoraggio e controllo per garantire la qualità della formazione erogata, con verifiche regolari degli enti formativi per il rispetto degli standard.

 

Obiettivi dell’Accordo

L’Accordo mira a migliorare la qualità della formazione in materia di sicurezza, adattare i contenuti formativi alle specificità dei diversi settori, promuovere l’uso delle nuove tecnologie nella formazione, garantire la qualificazione e l’aggiornamento costante dei formatori, nonché a monitorare continuamente la qualità della formazione erogata.

 

Implicazioni per le Aziende

Le aziende dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni entro i termini stabiliti dalla bozza definitiva, rivedendo i propri programmi di formazione e, se necessario, selezionando nuovi enti formativi conformi agli standard definiti dall’Accordo.

 

Il Percorso di Approvazione

Iniziato a maggio 2022, il percorso di approvazione del nuovo Accordo Stato-Regioni è ormai vicino alla conclusione. La bozza definitiva, resa disponibile dal Ministero del Lavoro, attende solo l’approvazione finale e la pubblicazione ufficiale per entrare in vigore e sostituire i precedenti Accordi sulla formazione in materia di sicurezza.

 

Percorsi Formativi Previsti

Il nuovo Accordo prevede la revisione e l’accorpamento degli Accordi attualmente in vigore relativi alla formazione dei lavoratori, dei datori di lavoro che svolgono compiti di prevenzione e protezione, delle attrezzature di lavoro, e dei responsabili e addetti ai servizi di prevenzione e protezione. Verrà anche abrogato l’Accordo sulle “Linee applicative” degli Accordi precedenti.

 

Nuovi Percorsi Formativi

La bozza introduce nuovi requisiti formativi per diverse categorie di destinatari, specificando durata e contenuti minimi per i corsi destinati a datori di lavoro, dirigenti, preposti, lavoratori, responsabili e addetti dei servizi di prevenzione e protezione, coordinatori per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, operatori di attrezzature di lavoro con specifiche abilitazioni, e per coloro che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

 

Aggiornamenti dell’Accordo

L’Accordo prevede anche l’aggiornamento dell’allegato XIV del D.Lgs. n. 81/2008 e stabilisce le modalità di verifica finale di apprendimento obbligatoria per i discenti di tutti i percorsi formativi e di aggiornamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nonché le modalità di verifica dell’efficacia della formazione durante l’attività lavorativa.

 

Soggetti Formatori

I soggetti formatori possono essere istituzionali (come Università, INAIL, INL, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ordini e collegi professionali), accreditati (enti di formazione con accreditamento regionale), o altri soggetti quali Organismi Paritetici e associazioni sindacali dei datori di lavoro o dei lavoratori, e Fondi Interprofessionali di settore. I soggetti accreditati devono dimostrare almeno tre anni di esperienza documentata nella formazione sulla salute e sicurezza.

 

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Affrontare i rischi climatici sul lavoro: una nuova visione

Il nostro pianeta sta cambiando e con esso anche l’ambiente lavorativo. Il documento dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) intitolato “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici offre un’analisi dettagliata di questa trasformazione. Vediamo insieme i principali punti trattati nel rapporto.

Cambiamenti climatici: un impatto profondo sulla salute e sicurezza sul lavoro

L’effetto dei cambiamenti climatici sui lavoratori è evidente. Le condizioni lavorative sono sempre più influenzate da fenomeni meteorologici estremi, esposizioni a sostanze nocive e altri rischi derivanti dall’instabilità climatica. Nonostante ciò, molte normative internazionali sulla sicurezza sul lavoro faticano ad adattarsi a questa realtà mutevole, mettendo a rischio la salute e la vita dei lavoratori.

Analisi dei rischi climatici e delle relative risposte

Il rapporto dell’ILO esamina da vicino le principali minacce identificate e suggerisce politiche e normative per mitigarle. Si discutono i seguenti temi:

  • Ondate di Calore Estreme
  • Radiazioni Ultraviolette
  • Eventi Climatici Estremi
  • Inquinamento Atmosferico nei Luoghi di Lavoro
  • Malattie Trasmesse da Vettori
  • Uso di Sostanze Agrochimiche

Questi argomenti sono trattati in dettaglio, evidenziando le loro implicazioni per vari settori e fornendo esempi di risposte efficaci.

Sfide specifiche: calore e radiazioni ultraviolette

Il calore eccessivo è un rischio crescente per lavoratori in diversi settori, dall’agricoltura ai servizi ambientali. L’esposizione alle radiazioni ultraviolette, invece, colpisce principalmente coloro che lavorano all’aperto, aumentando il rischio di malattie della pelle e problemi agli occhi.

Migliorare la preparazione agli eventi meteorologici estremi

Fenomeni come uragani, inondazioni e incendi rappresentano rischi significativi per la sicurezza sul lavoro. È fondamentale migliorare la preparazione e la risposta a questi eventi, sia durante che dopo, per proteggere i lavoratori e le strutture.

Affrontare l’inquinamento atmosferico e le malattie trasmesse da vettori

L’inquinamento atmosferico e le malattie trasmesse da vettori sono altre sfide da considerare. L’esposizione a inquinanti atmosferici può causare gravi problemi di salute, mentre il cambiamento climatico favorisce la diffusione di malattie trasmesse da parassiti, virus e batteri.

Promuovere la sensibilizzazione e la formazione

La sensibilizzazione e la formazione sono fondamentali per informare i lavoratori sui rischi climatici e le migliori pratiche per affrontarli. Programmi di formazione specifici e linee guida tecniche sono strumenti essenziali per proteggere i lavoratori.

Risposte normative e politiche: un approccio coordinato

Politiche nazionali e internazionali stanno integrando sempre più questioni di sicurezza e salute sul lavoro con misure specifiche per affrontare i rischi climatici. La ricerca continua e le politiche basate su evidenze sono cruciali per affrontare queste sfide in modo efficace.

Gestione del rischio climatico sul luogo di lavoro

Infine, è responsabilità del datore di lavoro e dei servizi di prevenzione e protezione valutare e gestire il rischio climatico sul luogo di lavoro. La valutazione del microclima e l’implementazione di misure di prevenzione sono essenziali per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Conclusioni

Affrontare i rischi climatici sul lavoro richiede un approccio integrato che coinvolga politiche di sicurezza, salute e risposta ai cambiamenti climatici. Solo con un impegno coordinato possiamo proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori in un mondo sempre più influenzato dai cambiamenti climatici.

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Formazione dei neoassunti: entro quando è obbligatoria?

Formazione obbligatoria per neoassunti

La formazione in materia di salute e sicurezza per i neoassunti deve essere completata obbligatoriamente prima di adibirli alle loro rispettive mansioni. Lo ribadisce un recente orientamento giurisprudenziale che fa chiarezza sull’adempimento.

Riassumiamo di seguito i principali dati normativi sulla questione:

 

  1. La formazione dei lavoratori è regolata dall’ 37 del D.Lgs. 81/2008, che impone espressamente al comma 4, lett. a), che la formazione e, ove previsto, anche l’addestramento specifico debbano avvenire in occasione della costituzione del rapporto di lavoro o dell’inizio dell’utilizzazione.

 

  1. L’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011 formula un’indicazione più estensiva, affermando che, unicamente in sede di prima applicazione, il personale neoassunto deve essere avviato alla formazione anteriormente o, se ciò non risulta possibile, contestualmente all’assunzione e non oltre 60 giorni.

 

  1. Una recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione (Cassazione Penale, Sez. 4, 13 febbraio 2024, n. 6301) chiarisce e supera le precedenti disposizioni, affermando che è obbligatorio completare la formazione dei lavoratori prima di adibirli alle rispettive mansioni.

 

Attraverso questa sentenza, la Corte Suprema di Cassazione ha, inoltre, ribadito che la formazione:

  • Deve avere contenuti specifici;
  • Deve provenire da soggetti qualificati;
  • Non è surrogabile dal travaso di conoscenze da colleghi più esperti.

 

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Piscine in strutture ricettive: nuove regole per lo svuotamento

Il Consiglio della Regione Toscana, il 2 maggio scorso, ha approvato un emendamento alla LRT 8/2006 che rimuove l’obbligo di svuotamento annuale, a patto che sia stata implementata un’idonea procedura di autocontrollo della sicurezza delle acque con la supervisione del responsabile degli impianti.

L’emendamento entrerà in vigore con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana.

In sintesi, per le piscine private a uso pubblico ovvero gli impianti di alberghi, campeggi, villaggi turistici e agriturismi:

  • non è più obbligatorio lo svuotamento annuale;
  • l’obbligo di svuotamento completo resta comunque ogni 3 anni;
  • è obbligatorio attestare la sicurezza delle acque attraverso esiti di analisi di laboratorio da effettuare almeno 15 giorni prima dell’apertura delle vasche, nel rispetto dei parametri previsti dal regolamento regionale e dei requisiti igienico-sanitari;
  • è obbligatorio eseguire congiuntamente alla analisi operazioni di pulizia delle pareti delle vasche.

Per maggiori informazioni, contatta i nostri esperti allo  0573 308142: insieme, rendiamo la tua impresa più sicura!

Patente a punti per imprese edili: come funziona?

Patente a punti per imprese edili

Il D.L. 19/2024 introduce, all’articolo 29, comma 19 la “patente a crediti”, dal 1° ottobre 2024, per le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili. Le novità riportate sono inserite nel D.Lgs. 81/2008, sostituendo l’art. 27.

Scorriamo qui i punti principali in cui la patente si articola.

Come ottenere la patente a punti?

La patente è rilasciata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro in formato digitale con un punteggio iniziale di 30 crediti; i requisiti per il rilascio sono i seguenti:

  • Iscrizione alla Camera di Commercio;
  • Adempimento degli obblighi formativi;
  • Possesso del DURC;
  • Possesso del DVR;
  • Possesso del DURF.

Come funzionano i crediti?

In caso di violazioni, si avrà una decurtazione dei crediti così distribuita:

  • Violazioni di cui all’Allegato I (Dlgs 81/2008): 10 crediti
  • Violazioni che espongono i lavoratori a rischi: 7 crediti
  • Sanzioni di cui al decreto-legge 12/2002: 5 crediti
  • Infortuni sul lavoro:
    • Morte: 20 crediti;
    • Inabilità permanente: 15 crediti;
    • Inabilità temporanea > 40 giorni: 10 crediti;
  • Sospensione della patente in caso di infortuni gravi.

È prevista la possibilità di reintegro dei crediti tramite:

  • Frequenza di corsi di formazione: 5 crediti per corso;
  • Trascorsi 2 anni senza violazioni: 1 credito per anno;
  • Adozione di modelli di organizzazione e gestione: 5 crediti.

Quali sanzioni sono previste?

Sono inoltre previste sanzioni per l’operatività senza patente o con punteggio inferiore a 15:

  • Multa da 6.000 a 12.000 euro;
  • Esclusione dai lavori pubblici per 6 mesi.

Nel testo sono previste anche la creazione di una sezione apposita sul portale nazionale del sommerso per la gestione delle patentila possibilità di estendere il sistema ad altri ambiti di attività (già prevista nel testo previgente del D.L. 81/2008) e la possibilità di esenzione dalla patente per le imprese con attestato di qualificazione SOA.

Quali nuove responsabilità introduce?

Nelle ultime righe di questo articolo troviamo due modifiche puntuali, ma estremamente importanti, al D.Lgs. 81/2008 che riguardano le responsabilità da parte dei committenti o dei responsabili dei lavori, rispetto a questa nuova patente:

  • Articolo 90 (Obblighi del committente o del responsabile dei lavori), dove si aggiunge l’obbligo verifica del possesso della patente da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi (aggiunta lettera “c” al comma 1);
  • Articolo 157 (Sanzioni per i committenti e i responsabili dei lavori): aumento delle sanzioni per la violazione degli articoli 90 (commi 7, 9, lettere b-bis) e c) e 101 (comma 1): da 711,92 a 2.562,91€.

Per maggiori informazioni contatta i nostri esperti  al +39 0573 308142: insieme, rendiamo più sicura la tua impresa!

 

Formazione in materia di sicurezza: quando è obbligatoria?

Formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 6301/2024 del 13 febbraio 2024 ha ribadito l’importanza cruciale della formazione sulla sicurezza per la tutela dei lavoratori. La Corte ha chiarito che la formazione non è solo un’opzione per i datori di lavoro, ma un obbligo inderogabile, evidenziando che:

  1. Formazione specifica per le mansioni: Non basta un corso generico di sicurezza; è necessaria una formazione mirata ai rischi e alle procedure specifiche del lavoro che il dipendente svolgerà.
  2. Formatori qualificati: La formazione deve essere fornita da professionisti abilitati, non può essere sostituita dalla semplice trasmissione di nozioni da parte di colleghi più esperti.
  3. Tempestività della formazione: Il lavoratore deve ricevere la formazione prima di iniziare le sue mansioni. Non è accettabile assegnare un compito e solo successivamente fornire la formazione necessaria.
  4. Conseguenze della mancata formazione: La mancata formazione può comportare gravi conseguenze per il datore di lavoro. Nel caso esaminato, la Corte ha condannato l’amministratore unico e legale rappresentante della società per violazione dell’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008.

Il caso

Il caso riguarda l’infortunio di un lavoratore interinale addetto alla lettura dei contatori, che ha subito gravi lesioni a seguito di un incidente sul lavoro. La Corte ha condannato l’amministratore unico e legale rappresentante della società per la quale lavorava il dipendente, evidenziando la mancanza di una formazione specifica in materia di sicurezza sul lavoro, contravvenendo all’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008.

La Corte ha enfatizzato che la formazione sulla sicurezza deve essere specifica per le mansioni svolte e non può essere sostituita dalla semplice trasmissione di conoscenze da parte di colleghi più esperti. La negligenza in questo ambito è considerata una grave violazione delle normative di sicurezza, con conseguenze penali per i datori di lavoro.

La formazione come prevenzione

La sentenza ha chiarito che una formazione adeguata è fondamentale per prevenire gli infortuni sul lavoro. Nel caso specifico, l’infortunio avrebbe potuto essere evitato con una formazione specifica sui rischi connessi alla mansione del lavoratore. La Corte ha rilevato che il lavoratore aveva ricevuto solo un corso generale di sicurezza di 4 ore e non aveva ancora partecipato al corso di formazione specifica programmato per i giorni successivi.

Docenti qualificati

I docenti che impartiscono la formazione sulla sicurezza devono essere qualificati. La Corte ha criticato la pratica di trasmettere informazioni verbali o gestuali da parte di colleghi esperti, sottolineando che questa non può sostituire una formazione formale. I docenti devono possedere conoscenze tecniche adeguate per trasferire competenze effettive ai lavoratori, comprese le procedure operative sicure e l’uso corretto delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale.

La formazione può salvare la vita

Questa sentenza è un chiaro avvertimento per tutte le aziende: investire in formazione sulla sicurezza non è solo un obbligo legale, ma un dovere morale per proteggere la salute e l’incolumità dei lavoratori. Un ambiente di lavoro sicuro è più produttivo e rappresenta un vantaggio competitivo per l’impresa.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che l’infortunio del lavoratore addetto alla lettura dei contatori avrebbe potuto essere evitato con una formazione specifica sui rischi connessi alla sua mansione.

Benefici di una formazione efficace

  • Riduce il rischio di infortuni sul lavoro e malattie professionali.
  • Migliora la consapevolezza e la conoscenza dei lavoratori sui rischi e le procedure di sicurezza.
  • Aumenta la produttività e l’efficienza.
  • Rafforza il morale e la motivazione dei lavoratori.
  • Migliora l’immagine e la reputazione dell’azienda.

Quale formazione è obbligatoria?

Tutti i lavoratori devono partecipare a una formazione iniziale suddivisa in due moduli:

  1. Formazione generale: durata di almeno 4 ore, valida per ogni tipo di impresa.
  2. Formazione specifica: durata variabile da 4 a 12 ore in base al settore economico (codice ATECO) e al livello di rischio. Questa formazione deve essere aggiornata ogni 5 anni con corsi di almeno 6 ore, includendo evoluzioni e innovazioni significative, applicazioni pratiche, approfondimenti giuridico-normativi, tecnici e organizzativo-gestionali sulla sicurezza, rischi e misure di prevenzione.

Conclusione

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la sicurezza sul lavoro non è un optional, ma un obbligo legale e morale che deve essere preso con la massima serietà. La formazione e l’informazione sono strumenti indispensabili per prevenire gli infortuni e salvaguardare la vita e l’integrità fisica dei lavoratori.

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Nuova normativa acque potabili e sicurezza dell’acqua in azienda

Tutte le aziende in cui si utilizza acqua per la preparazione di alimenti e bevande (compresi, ad esempio i bar che utilizzano acqua per alimentare la macchina del caffè) devono garantire che l’acqua sia potabile secondo i nuovi parametri definiti nel D.Lgs. 18/2023.

La responsabilità sulla salubrità dell’acqua utilizzata in azienda spetta al Gestore idrico soltanto fino al punto di consegna ovvero il contatore; da lì in poi ricade sul cosiddetto GIDI.

Con tale espressione la normativa identifica il proprietario, il titolare, l’amministratore, il direttore o qualsiasi soggetto, anche se delegato o appaltato, che sia responsabile del sistema idro-potabile di distribuzione interno ai locali pubblici e privati, collocato fra il punto di consegna e il punto d’uso dell’acqua.

 

Che cosa è necessario fare in azienda?

Il GIDI deve valutare il rischio che l’edificio possa, con il suo impianto idrico, causare

contaminazione sia microbiologica sia chimica dell’acqua utilizzata all’interno del locale.

Va quindi scritta una valutazione del rischio prendendo in considerazione una serie di criteri definiti nei Rapporti ISTISAN 22/32 (Linee guida valutazione e gestione del rischio per la sicurezza acqua nei sistemi di distribuzione interni degli edifici prioritari e non prioritari e in talune navi ai sensi della Direttiva (UE) 2020/2184).

 

Quando è necessario eseguire delle analisi chimiche e/o microbiologiche?

Quando dalla valutazione del rischio emerge un livello di rischio oltre determinate soglie, è necessario effettuare delle analisi sia chimiche che microbiologiche.

In particolare, la normativa pone particolare attenzione a Piombo e Legionella.

Se nei locali dell’impresa ci sono dei punti a rischio di proliferazione Legionella (ad esempio, le docce all’interno di spogliatoi), si dovranno eseguire analisi specifiche per l’individuazione del batterio e, quindi, valutare il rischio e attuare quanto definito nelle Linee guida ministeriali del 2015 per la prevenzione del rischio legionellosi.

 

Valutazione rischio acque e rischio Legionellosi: che rapporto c’è?

Il Decreto 18/2023 sulla potabilità dell’acqua va di pari passo alle linee guida

ministeriali per la prevenzione della Legionella, in quanto, se – mettendo in pratica quanto prescritto dal decreto – emerge un rischio legionellosi nei locali dell’impresa, si dovrà prevedere un DVR specifico Legionella e attuare le misure preventive descritte nelle linee guida ministeriali.

In ogni modo, è importante sapere che attività come alberghi, palestre, centri sportivi, camping, B&B, RSA, piscine, centri termali e anche parrucchieri e altre attività in cui si fa un uso frequente di acqua con vaporizzazione, devono redigere il DVR Legionella a prescindere dal decreto sulla potabilità delle acque.

 

Rischio acque e rischio legionellosi: chi è responsabile in azienda?

Per quanto riguarda le figure di responsabilità, la valutazione del rischio acque e quella del rischio legionellosi ricadono su due diverse figure che, in alcuni casi, potrebbero anche coincidere:

  • Per il rischio acque viene identificato il GIDI che, per le attività di ristorazione, coincide con l’OSA ovvero il responsabile dell’applicazione della normativa HACCP;
  • Per il rischio legionellosi viene identificato un responsabile Legionella: in genere, è il titolare della struttura ma tale ruolo potrebbe essere anche ricoperto dall’OSA o il GIDI. Questa figura dovrà, inoltre, prendere decisioni anche in merito alla gestione delle non conformità (ovvero campioni positivi) .

In entrambi i casi, possono essere identificati dei delegati che ricevono delega per seguire la documentazione ed il monitoraggio legato a tali normative.

 

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